San Pietro - Lo zodiaco e le influenze delle armonie cosmiche sull’ uomo e sull’ universo.
I simboli zodiacali del fastoso cornicione di Palazzo Catena, costituito da formelle in cotto simulanti archetti trilobi, restano a testimoniare, unicum nel panorama decorativo astigiano, come anche nella nostra città , nel basso Medioevo, fosse diffusa la convinzione dell’influenza degli astri sulla vita e sulle attività degli uomini, sugli elementi e sulle stagioni; la conoscenza delle armonie stellari era, inoltre, considerata determinante per comprendere i caratteri psico-fisici delle persone e i loro stati d’animo.
Sulla base della coincidenza tra il numero degli Apostoli e quello dei segni zodiacali, questi ultimi furono interpretati in senso cristiano così che, divenuti simboli della fede, vennero raffigurati attorno alla figura del Cristo (Signore del cosmo e del tempo), mentre la produzione di calendari illustrava la loro sequenza stagionale.
L’uomo diventava così un microcosmo a immagine e somiglianza del macrocosmo divino, gli astri in base alle disposizioni zodiacali potevano influenzare il corpo e la mente e l’astrologia si affermò come forma di conoscenza capace di dare spiegazione alla vita, alla psiche e all’anima, utile a comprendere la verità del reale e a divinare il destino.
Una certa confusione tra astrologia e astronomia assimilava – quanto meno a livello popolare – la figura dell’astrologo a quella dell’astronomo: l’astrologo compilava le “effemeridi”, tavole che riportavano le posizioni dei pianeti giorno per giorno, stabilendone così gli influssi, mentre la cosiddetta “astrologia giudiziaria” aveva compiti di divinazione. L’astronomo invece, utilizzando l’astrolabio, localizzava e calcolava la posizione dei corpi celesti.
Presente presso le corti, non esclusa quella papale, l’astrologo spesso esercitava un’influenza determinante in scelte politiche e decisioni operative. In secoli in cui la scienza si andava lentamente e faticosamente affrancando dalle pratiche magico-esoteriche era facile lasciarsi sedurre dal fascino di conoscenze occulte: come testimonia la vicenda Fra Filippo di Revigliasco, cavaliere gerosolimitano, che dapprima si occupò di astrologia, negromanzia e scienze alchemiche, mentre in seguito ricusò totalmente questi interessi per morire in fama di santità.